Aziende e formazione: quel virtuale che aiuta a fare esperienza del reale.

di M.S.

L’intelligenza artificiale sta facendo il suo debutto normativo in Europa. Lo scorso 13 marzo a Bruxelles è stato approvato il primo quadro giuridico al mondo, che ha posto le basi del regolamento europeo con l’obiettivo di prevenire i danni di un uso sregolato dell’intelligenza artificiale, che rischierebbe altrimenti di travolgere i diritti inviolabili delle persone quanto la concorrenza leale tra le aziende.  Il regolamento europeo, per entrare in vigore, ha ancora un po’ di strada da fare: andrà rivisto ed approvato dal Consiglio dell’Unione europea e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma sarà utilissimo per rafforzare la fiducia dei cittadini e delle imprese, perché utilizzarle la I.A può essere  vantaggioso, se gestita con cautela.  Anche le aziende europee aspirano, infatti, ad entrare in quel mercato globale che supererà a breve i mille miliardi di dollari.  Non vi è ombra di dubbio che contemperare ricerca e sviluppo, economia ed innovazione sia importante, ma lo si potrà fare meglio definendo quali siano i principali sistemi di intelligenza artificiale e gli obblighi. Poi, come si sta già facendo, occorrerà costruire una struttura, con una agenda precisa dei vari passaggi ed un sistema di sanzioni chiaro per chi contravverrà. Questa la linea che ad oggi emerge netta dal dibattito nelle sedi istituzionali della U.E.

Nel frattempo, in Italia, il ricorso delle aziende al mondo della IA e fa alcune sperimentazioni, soprattutto nella formazione con la simulazione di scenari virtuali. Lo ha descritto Lorenzo Capannari, Ceo di Another Reality, nel corso della giornata presso l’università Gugliemo Marconi a Roma, dove Potentialpark ha presentato i ranking delle aziende che si sono messe in gioco per il reclutamento dei talenti e la migliore formazione possibile anche attraverso le tecnologie e l’intelligenza artificiale. Se l’anno 2022 è stato quello di affermazione della proposta del metaverso, presto vissuto come un gioco anni’ 90, gli anni più recenti lo hanno ridiscusso, per ragionare sull’utilizzo migliore nell’ambito del percorso formativo. L’ambiente virtuale simulato può di certo offrire una esperienza aumentata, a cui aggiungere la relazione, ossia lo stare insieme, in quel luogo, simultaneamente, per vivere l’esperienza come se fosse reale, ma il valore aggiunto resta pur sempre il fare, l’esperienza umana e quel 30% di creatività necessaria, da aggiungere allo strumento tecnologico ed al software. Stare dentro la storia, senza doverla più immaginare, modifica le emozioni, ma permette di attivare quelle risorse razionali che contribuiscono nelle scelte e che nulla tolgono alla capacità umana di responsabilizzarsi, portando le proprie competenze, ha sottolineato il Ceo di Another Reality.

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